“Tra la vita e la morte c'è una biblioteca [...]”
- Giulia Scocciolini
- 25 gen 2022
- Tempo di lettura: 2 min

Inizia così l'ultimo romanzo di Matt Haig, “La biblioteca di mezzanotte” che ci racconta la storia di Nora Seed, una giovane donna che soffre di depressione. Il malessere della protagonista è così grande da non permetterle di vedere più alcun senso dietro quello che fa e lo stato di angoscia diventa tale da spingerla a decidere di porre fine alla sua esistenza.
Non sa che però tra la vita e la morte c'è una biblioteca.
Una sorta di “zona franca” in cui per uno strano fenomeno della fisica conosciuto come “multiverso” sono presenti tutte le diverse vite che Nora avrebbe potuto esperire se solo avesse preso altre decisioni.
Infinite alternative possibili che nascono da altrettante infinite scelte sotto forma di...libri! Nella biblioteca di mezzanotte Nora ha l'occasione di capire se la sua scelta di farla finita è definitiva oppure può provare le possibili vite alternative presenti nei libri e scegliere quella che preferisce per ricominciare da là. Nella biblioteca Nora è affiancata da Mrs Elm, la bibliotecaria, che saprà parlarle per condurla in questo percorso difficile ma per lei necessario.
“Avresti agito diversamente, se ti fosse stata concessa l'opportunità di gettarti alle spalle i rimpianti?”
Questa domanda riecheggia durante tutto l'incredibile viaggio di Nora Seed attraverso le vite alternative e le diverse sé che sarebbe potuta essere. Ma a quel punto, quale tra le tante sé scegliere?
La fantastica storia di Nora è assimilabile a un percorso di psicoterapia, in cui il viaggio è interiore e porta a considerare le diverse prospettive a noi utili per capire meglio chi siamo, dove vogliamo andare e soprattutto come voglia stare insieme agli altri.
Come scrive Thoreau, il filosofo preferito di Nora, “Non importa ciò che guardi, ma quello che riesci a vedere”, e la psicoterapia consiste proprio in questo, nell'aprire il proprio sguardo per riuscire finalmente a vedere al di fuori di quei vecchi schemi mentali che ci fanno stare male, che non ci permettono più di portare avanti la nostra esistenza in modo pieno e autentico.
“Decise che lei non era un buco nero. Era un vulcano. E come un vulcano non poteva fuggire da se stessa. Doveva rimanere lì a prendersi cura di quella terra desolata. Avrebbe potuto piantare una foresta dentro di lei”.
Buona lettura e buona psicoterapia.
Comments